“ERA IL LIMITE DEI LIMITI. SUPERATO QUELLO, TUTTO POTEVA ESSERE FATTO”
Sapevo “tutto” quello che c’era da sapere di questa gara pur ovviamente non avendola ancora corsa. Ma da 5 anni era il mio sogno, il mio chiodo fisso.
Una gara alla quale mi sono approcciato con umiltà e direi anche quasi paura. Una sorta di timore reverenziale.
Forse l’unica gara in cui ho preparato minuziosamente tutto a 360 gradi; mente, corpo, dieta, integratori, allenamenti massacranti. Sono arrivato al picco della mia forma e credo anche che una forma così, difficilmente ce l’avrò più.
Era la gara delle gare.
È stata talmente incredibile che ho deciso di non correrla più. Cioè, voglio tenere custodito ancora per qualche anno il ricordo di quel 1 ottobre 2016 alle 18.33, momento in cui toccavo la statua di Re Leonida a Sparta.
Un ricordo che quasi a 3 anni di distanza ancora mi porto dentro.
Nel mondo dell’ultramaratona si dice che quando diventi Spartano, ovvero quando finisci la Spartathlon, sei Spartano per sempre. E questo è proprio vero.